PCA International
laboratorio di progettazione coordinata e integrata

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MPC, “Integrare, il progetto sul finire dell’età della separazione
Jaca Book ed., Milano 2010, pp.216

La cultura dell’integrazione è soffocata da quella della separazione: di per sé ogni tecnica offre risposte a singoli problemi, ma immette germi caotici. Lo si riscontra nei processi formativi, negli apparati normativi, nelle logiche amministrative, nel rapporto fra piani e progetti, dovunque: quindi negli spazi fisici in cui siamo immersi. Il coordinamento fra le azioni sembra sempre più modesto, anche se tecnologie ed innovazioni esaltano le possibilità di mettere in relazione ogni elemento e alimentano la fiducia nel futuro. Nei nostri spazi le individualità prevalgono sulle superindividualità e non è solo la questione ambientale -o il rapporto fra qualità dell’ambiente fisico e comportamenti impropri, quando non criminali- ad evidenziare la necessità quasi utopica di procedere tutti insieme. Suddivisioni disciplinari e specialismi esasperati sono da tempo analizzati con ironia, criticati, scardinati nei presupposti anche con rigore scientifico. Dai richiami individuali – emblematico il Progettare per sopravvivere di Neutra – alle lucide analisi rivendicative come La sfida americana di Servan-Schreiber, alle ricerche del Club di Roma con I limiti dello sviluppo, fino all’irruente stravolgimento degli antichi equilibri che portano – non solo Serge Latouche – a teorizzare la decrescita.
Oggi più che mai e in ogni senso l’imperativo è integrare: non dissolvere identità, bensì rafforzarle in confronti dialettici, esaltarle nel loro intrecciarsi e convergere verso finalità condivise. Se questa cultura non invade ogni aspetto delle organizzazioni civili, non potranno che esistere conati di integrazione. Nei processi di trasformazione degli ambienti di vita, integrare è governo di sistemi complessi; rifiuto di autonomie settoriali; ri cerca di unità caratterizzate da superindividualità, cioè “informate” dai contesti in cui andranno ad immergersi. Progettare in forma integrata implica pensieri simultanei su fi­ sicità spaziali/concatenazioni funzionali e comportamenti umani/memoria, segno o significati che permeano un luogo.
Non in sequenza cronologica e con qualche variazione rispetto agli originali, questa raccolta di interventi sviluppati in occasioni e luoghi diversi spinge a sfidare il futuro agendo in forme integrate, argomenta fiducia in ciò che l’architettura può fare per contribuire al miglioramento della condizione umana.

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