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2015 – Cavalese, Nuovo Ospedale di Fiemme e Fassa

2015 – Cavalese, Nuovo Ospedale di Fiemme e Fassa

TYPE  Ospedali

CLIENT  Provincia Autonoma di Trento

YEAR  2015 concorso

PROJECT con THP, C.Micheletti

L’ospedale di Fiemme e Fassa costituisce un forte elemento simbolico per tutte le valli dell’Avisio, oltre ad essere un segnale della marcata identità locale, essendo stato costruito per volontà della M.C. di Fiemme. Tuttavia l’analisi del bacino di utenza e della tipologia di prestazioni evidenzia quanto la vocazione turistica del territorio influenzi l’attuale attività ospedaliera.

Questi aspetti determinano l’approccio progettuale sintetizzato nella vision:

un ospedale la cui vocazione prima è l’ospitalità.

L’obiettivo è sviluppare un organismo architettonico che favorisca la creazione di relazioni interpersonali forti sia tra gli operatori sanitari e gli utenti giornalieri e/o i degenti, ma anche all’interno del personale ospedaliero.

La vision si concretizza architettonicamente in:

– spazi permeabili allo sguardo;

– ambienti che includono il verde circostante;

– luoghi di sosta e attesa con visuali aperte verso il paesaggio della valle.

Urbanisticamente l’ospedale rappresenta uno dei più rilevanti episodi edilizi di Cavalese. Tuttavia, pur essendo inserito nel tessuto urbano di recente formazione, le progressive trasformazioni hanno disperso la rappresentatività ed il significato “urbano” di edifici e spazi esterni, percepiti come elementi di puro servizio.

Il concept insediativo, elaborando le indicazioni del DPP, tende ad una sostanziale revisione di questa immagine, per ricostituire un complesso che enfatizzi il ruolo “sociale” dell’ospedale (criterio out>in), e che ricostituisca negli spazi esterni e nel verde il necessario filtro per le attività interne (criterio in>out).

Il tema del rapporto col contesto viene sviluppato a due scale:

  • alla scala del paesaggio, interpretando giacitura e morfologia dell’area collocata su uno dei terrazzamenti naturali tipici di questo versante della valle, in posizione simmetrica al Parco della Pieve, altrettanto visibile;
  • alla scala urbana, ridefinendo le relazioni spaziali con l’edificato circostante, e riconfigurando il verde per alleggerire l’impatto dei nuovi volumi e creare un filtro percettivo verso il centro storico.

L’organizzazione dei volumi sull’area, non autocelebrativa, è leggibile nelle relazioni tra le parti:

  • a sud le funzioni ospedaliere principali e le degenze (H1+H2), con volumi ben leggibili e caratterizzati da facciate ricche di legno e vetro, arretrate rispetto al filo esterno per affacciarsi verso il Lagorai.
  • al centro le attività giornaliere, gli ambulatori e il day hospital: i volumi – nuovi (F) e recuperati (E) – sono organizzati intorno alla “main street” (MS) interna; gli spazi aperti (coperture piane e patii) vengono trattati a verde “secco”, che richiede bassa manutenzione (resistenza a siccità, gelo e neve) e che incrementa le prestazioni termiche ed estetiche di questo ”edificio-non-edificio”.
  • a nord l’area di accesso del pubblico è un parcheggio alberato (P1), attraverso il quale dei percorsi diagonali conducono utenti e visitatori alla “main street”; questo elemento costituisce un vero e proprio filtro – visuale ed ambientale – tra l’area ospedaliera e la zona residenziale circostante. Una fontana all’ingresso esterno riflette il colore e il clima del luogo.
  • ad est si trova il parcheggio riservato al personale (P2) e la zona di accesso ad altri servizi (morgue, dialisi, ecc.).

La viabilità interna segue l’organizzazione spaziale dei vari corpi ospedalieri e la circolazione viene distinta tra quella del pubblico e quella riservata a personale, mezzi di soccorso e merci.

La qualità degli spazi esterni è affidata al disegno del verde che, assecondando l’articolazione volumetrica, tende alla creazione di un vero e proprio “parco dell’ospedale”. L’elisuperficie, mantenuta nella posizione attuale migliorandone il rapporto con il PS, diviene un elemento del disegno complessivo sottolineato dai filari alberati curvilinei. La presenza di ampie scarpate a est ed a sud, permette di valorizzare gli elementi di connessione ecologica urbana (boscaglia fitta e siepi boscate), rafforzando l’immagine di un ospedale di montagna immerso nel verde e fortemente legato ai segni del paesaggio prossimo e distante.

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