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1966 – Ricerca di aggregazioni per una struttura urbana

1966 – Ricerca di aggregazioni per una struttura urbana

RICERCA DI AGGREGAZIONI PER UNA STRUTTURA URBANA
Massimo Pica Ciamarra / Riccardo Dalisi

estratto dalla tavola 1

Queste tavole documentano l’attuale fase di una ricerca fatta al fine di ricostruire un linguaggio per un  disegno urbano,  partendo  dagli  attuali standards  edilizi e chiarendo alcuni valori delle aggregazioni urbane: associazione, identificazione e mobilità.

Il fine è una struttura urbana integrata da raggiungere attraverso un processo che ne garantisca una “accrescibilità controllata”.

L’impostazione delle unità modulari (cellule) consente articolazioni morfologiche superando il concetto di edificio e dissolvendo con esso la tipologia in “sistemi di aggregazione”. Non più cioè elementi individuabili, autonomi, in sequenze continue od interrotte, ma proposizioni per organismi complessi tendenti a chiarire soprattutto nuove ipotesi di relazioni fra questi elementi; sventando contemporaneamente il pericolo di una monotonia atipica derivante da indifferenziazioni modulari. Le aggregazioni conservano sufficienti variazioni e caratteri nei diversi comparti di associazione e nei rapporti con le aggregazioni produttive ed infrastrutturali.

il percorso pedonale in alto, continuamente collegato a terra dalle scale e dagli ascensori degli edifici, recupera una possibilità di interpretazione delle coperture, suggerisce cioè una possibilità di articolazione dei complessi secondo schemi liberi che determinano un paesaggio urbano stimolante nel quale sia garantita l’esigenza di una dimensione pedonale perfettamente autonoma, che sottometta tutte le altre “dimensioni” dell’ambiente, volutamente ignorando gli aspetti negativi della macchina. Il “percorso” contribuisce a chiarire i vari livelli di associazione e su di esso si raggruppano tutte le attrezzature urbane; la casa, le case, la strada, gli uffici, la scuola, le aggregazioni produttive, ecc. Nel riutilizzare variamente le coperture (e le loro possibilità di sviluppo) rinnega quegli elementi infrastrutturali che una visione analitica individua nella città come elementi autonomi o riconduce in maniera aggiuntiva (e quindi avulsa) su piastre, su strutture cioè appositamente collocate.

Le strutture modulari studiate consentono, attraverso una differenziazione proporzionale, elementi con contenuti diversi, attrezzature collettive, alberghi, biblioteche, ecc. che risultano ad un tempo integrate formalmente e distinte. Creando “punte” e creste ed accentuazioni indispensabili ad un paesaggio urbano umanamente formato.

Il sistema di aggregazione, verificabile alle varie fasi nel tempo, con le sue possibilità di variazione nell’ambito di una modularità tende a configurare una forma continuamente finita e continuamente in sviluppo; con la volontà precisa di reinserire elementi della realtà. Proiettandoli in un contesto nuovo, attraverso un progressivo potenziamento di contenuti e elementi infrastrutturali, per raggiungere un optimum totale sul piano delle articolazioni funzionali e dei significati formali ed umani.

Il ragionamento si riflette nelle strutture viarie che dalla usualità degli schemi di partenza accennano ad un potenziamento successivo legato peraltro alle nuove aggregazioni produttive presenti nella fase finale.