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laboratorio di progettazione coordinata e integrata

2000 – Genova, Ponte Parodi

2000 – Genova, Ponte Parodi

Concludendo un articolato programma di riconfigurazione dell’area portuale l’ente Porto Antico di Genova S.p.a. predispone un concorso internazionale ad inviti per la definizione dell’ultimo pontile industriale ancora presente nella darsena. Attrezzature urbane di scale diverse innervate da spazi pubblici con una piazza sul mare in sintesi il programma alla base con la possibilità di recuperare le strutture dei silos esistenti e quella di abbatterli. Nel prevedere la demolizione dei manufatti preesistenti, la proposta di Pica Ciamarra Associati con Art Design e Itaca ristruttura integralmente il molo distribuendo le nuove attività in sottosuolo – 40% circa della superficie destinato a parcheggi e impianti – e soprasuolo per spazi culturali, ludici, amministrativi, ricreativi, di servizi turistici ecc.

Adattabilità a funzioni diverse e flessibilità nel tempo degli ambienti le idee perseguite fin dalla genesi del progetto sintetizzabili in quattro punti basilari: «- in generale coincidenza fra elementi e spazi destinati alla circolazione di persone, fluidi impiantistici, sforzi strutturali; – maglie strutturali di grande ampiezza con notevoli carichi utili; – standard di circolazione, igiene e sicurezza rapportati ad elevati indici di affollamento, in grado di soddisfare i requisiti richiesti per ogni tipo di attività, – spazi adatti a molteplici funzioni, tipologicamente idonei ad accogliere ambienti per spettacoli, luoghi di lavoro, grandi e piccoli numeri di persone». Distribuito su una superficie lorda di 40.000 mq, esclusi parcheggi e impianti, per circa 200.000 mc, il programma funzionale, a partire dalla presenza di un sistema di “punti fissi” (strutture, spazi impianti, percorrenze veicolari e pedonali) capaci tuttavia di determinare “ambiti di flessibilità” funzionale, è così destrutturato attraverso un gioco dinamico di volumi a diversa altezza.

Nel ricostruire idealmente l’immagine del pontile generano un nodo urbano innervato da un complesso sistema di percorsi e luoghi pubblici – camminamenti e piazze – che nel rinsaldare l’’intervento al centro storico costituiscono una nuova centralità di raccordo fra costruito e mare. Segnato da piani inclinati convergenti al suo ingresso, il passaggio fra il Ponte Parodi e la città è mediato da una piazza rettangolare – della Sapienza – aperta prospetticamente alla visione del Bigo, torre panoramica del porto. Da qui si può proseguire verso la stazione marittima, entrare negli spazi sottostanti, o immettersi, attraverso un percorso orientato aperto alla visione della Lanterna e del porto, nel cuore dell’intervento, la piazza delle Confluenze, spazio polisemico capace di detonare, per la articolazione pluridimensionale e pulsante in anditi anche intimi e ristretti rimarcati da fontane e giochi d’acqua, relazioni cangianti fra gli oggetti chi si dispongono al suo intorno.

Secondo direttrici polidirezionate che si irradiano a 360 gradi con un’impostazione quasi labirintica ad esaltare il senso del cambiamento e della scoperta in accordo ad una visione frammentaria e multiforme, ad essa si raccordano tutti i percorsi principali di smistamento verso i servizi previsti: attività commerciali, ludiche, culturali, di ristoro e banchine di attracco (ad ovest, 200 m per navi da crociera; ad est, 115 m a disposizione dei rimorchiatori; a sud-est e nord-est, 2 punti per il servizio “vie del mare”).

Si configura così uno spazio dinamico e diversificato che si espande verso il confine del mare con geometrie sempre più distorte e taglienti per concludersi in una scogliera frastagliata costituita da volumi sghembi in pietra scura. Massicci, nell’emergere potentemente dall’acqua, delimitano la piazza del Mediterraneo che, aperta alla fruizione dell’elemento acqueo con una anfiteatro gradonato, calamita ancor più il mare dal perimetro esterno verso l’interno in un continuo rimando sensoriale in cui elementi immateriali quali luce, vento, odori contribuiscono, opportunamente condensati in oggetti reali, a definire un’atmosfera rarefatta, privata, ma socialmente stimolante, memore della ricchezza vitale delle strade del centro storico di Genova. Così, a dominare le differenti volumetrie degli edifici arpe eoliche “fluttuano” in aria sospese ad una leggera rete di cavi lucenti.

Oggetti di grande forza plastica che, nel catturare le brezze marine dando vita a suoni suadenti costituendosi idealmente quali moderne sirene dal canto ipnotico, generano anche energia pulita integrandosi ad un sistema di approvvigionamento energetico organico che tende a limitare al massimo i consumi attraverso soluzioni diversificate: – sistema di areazione naturale costituito da canali d’aria nella parete lato mare e da una galleria del vento est/ovest i cui muri d’ala regolati dal computer seguono la variazione delle correnti; – inserimento in alcuni solai di tubazioni con acqua di mare che trasmettono calore durante l’inverno e raffrescano in estate; – camini di luce che irradiano la luce del sole negli ambienti più interni contribuendo anche al naturale riciclo dell’aria; – raccolta delle acque piovane da utilizzare per il sistema antincendio, l’innaffiamento e le fontane. moti convettivi naturali dell’aria convogliati nella galleria est-ovest .

Infine a rimarcare un’identità mediterranea del luogo giardini pensili piantumati con ulivi giganti si dispongono sulle terrazze-belvedere corroborando una sensazione meditativa in connessione con il mare e la città e garantire al tempo stesso un migliore raffrescamento estivo.